Ferrovie dello Stato ha dato il via libera alle trattative con Delta e Easyjet: la nuova Alitalia è pronta a decollare
Dopo lunghe trattative Alitalia sarà di nuovo pubblica. Dopo un vertice a palazzo Chigi, il governo si è detto disponibile alla partecipazione finanziaria della nuova Alitalia, tramite il Ministero dell’Economia e delle Finanze. Le condizioni da rispettare sono la sostenibilità del piano industriale e la conformità con le normative europee.
Non è solo il governo pronto a intervenire per salvare la compagnia aerea, anche Delta e Easyjet vogliono partecipare come partner industriali insieme alle Ferrovie dello Stato. Il cda di Fs ha, infatti, deciso di iniziare le trattative con le due compagnie aeree straniere per continuare a definire gli elementi portanti del progetto di salvataggio.
Questa notizia arriva dopo il dietro front di Air France, a causa dei problemi politico-istituzionali tra il governo francese e quello italiano. Anche Lufthansa si è fatta sentire: il consigliere di amministrazione Harry Hohemeister ha invitato, neanche troppo velatamente, il governo italiano a prendere presto una decisione. In seguito all’incontro di mercoledì pomeriggio, quindi, il futuro della nuova Alitalia si sta delineando concretamente.
La compagnia aerea italiana non è nuova al rischio di fallimento. Quest’ultima crisi è, infatti, la terza in soli dieci anni. Durante il 2016, ogni giorno perdeva circa 1 milione di euro, mentre le banche che hanno investito nella compagnia hanno perso circa 500 milioni negli ultimi anni. A causa di queste ingenti perdite, le banche hanno deciso di non procedere a nuovi finanziamenti per cercare di salvare la compagnia, anche perché Alitalia non è riuscita a ideare un piano industriale approvato dai dipendenti.
La storia di Alitalia è costellata di fusioni mancate, cessioni incluse e conti che sprofondano. E’ a partire dagli anni Novanta che la compagnia inizia a fare fatica a restare a galla: le perdite quotidiane e la concorrenza dei voli low cost sono un duro colpo. Nel 2000 fallisce la fusione con Klm, mentre nel 2006 si tenta una nuova privatizzazione con lo Stato disposto a rinunciare al controllo della compagnia. Tuttavia, la gara fallisce a causa del ritiro di tutti i concorrenti dopo aver visto la reale situazione finanziaria.
Il governo, a questo punto, decide di aprire una trattativa privata con Air France destinata a fallire a causa della vittoria di Silvio Berlusconi alle elezioni del 2008. Un punto fermo della campagna elettorale dell’imprenditore di Fininvest era appunto l’italianità della compagnia aerea, cosa che ha spinto i francesi a ritirarsi trovandosi davanti un governo avverso. Il salvataggio di Alitalia passa allora nelle mani della Cai, la Compagnia aerea italiana, che rileva la parte sana della compagnia per 300 milioni, mentre il passivo viene inglobato dal debito di Stato.
Ancora una volta, però, lo Stato è costretto a intervenire. La compagnia non riesce comunque a risollevarsi nonostante i diversi interventi governativi e la partecipazione finanziaria di altre compagnie. Solo in questi ultimi giorni la situazione si è sbloccata grazie all’avvio delle trattative con Delta e EasyJet, e alla disponibilità del governo a partecipare nuovamente alle sorti della compagnia.