L'overtourism minaccia le città italiane, con sovraffollamento, prezzi alti e impatti negativi sulla qualità della vita.
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L’Italia, celebre per la sua ricchezza culturale, storica e paesaggistica, ha da sempre attratto milioni di turisti da tutto il mondo. Tuttavia, questa affluenza non sempre porta solo vantaggi. Il fenomeno dell’overtourism, o sovraffollamento turistico, rappresenta una minaccia crescente per molte destinazioni italiane.
L’overtourism è un termine che descrive la condizione in cui una destinazione turistica è soggetta a un eccessivo afflusso di visitatori, con conseguenze negative per l’ambiente, la cultura e la qualità della vita dei residenti. Questo fenomeno si manifesta con sovraffollamento, congestionamento delle infrastrutture, aumento dei prezzi e deterioramento ambientale.
La World Tourism Organization (ONWTO) definisce l’overtourism come “l’impatto negativo che il turismo ha sulla qualità di vita percepita dei residenti e/o sull’esperienza del visitatore”.
Una delle cause principali dell’overtourism è indubbiamente l’ampia diffusione e utilizzo delle piattaforme di servizi di affitto breve, come Airbnb. Uno studio condotto dalla giornalista Sarah Gainsforth evidenzia come l’afflusso massiccio di turisti tramite Airbnb abbia contribuito al progressivo svuotamento delle città, portando a un aumento esorbitante dei prezzi degli affitti.
Questo fenomeno è accentuato dal fatto che alcune destinazioni diventano famose in breve tempo, grazie alla televisione, ai film e ai social media. Il “turismo da selfie” rappresenta un’altra sfida dell’overtourism, evidenziando una concezione puramente estetica del viaggio. La vacanza non è più un’esperienza consapevole dei luoghi e delle loro esigenze, ma piuttosto un consumo superficiale che può danneggiare profondamente le destinazioni.
Inoltre, il sovraffollamento turistico può essere causato da scelte politiche sbagliate, ovvero dall’incapacità di gestire i flussi di turisti per mancanza di strumenti o di politiche di governance adeguate. Gli enti locali, spinti da interessi economici, attuano politiche incentrate sull’incremento del turismo, senza considerare come ridurre l’impatto negativo.
L’istituto di ricerca Demoskopika ha introdotto in via sperimentale l’Indice Complessivo di Sovraffolamento Turistico (ICST), offrendo uno sguardo sulle aree d’Italia più affollate dai turisti. L’Icst si basa su cinque indicatori principali: densità turistica, densità ricettiva, intensità turistica, occupazione delle strutture e quota di rifiuti generati.
Le destinazioni sono state suddivise in cinque macro categorie di rischio: molto alto, alto, moderato, basso e molto basso. Le prime tre categorie indicano le aree più problematiche, dove l’afflusso massiccio di turisti ha un impatto negativo sulle comunità e sul territorio.
Le aree incluse nelle ultime due categorie (basso e molto basso) non sono considerate a rischio.
Venezia rappresenta uno dei casi più eclatanti di overtourism a livello mondiale. Il suo centro storico, una volta abitato principalmente dai veneziani, oggi è letteralmente invaso da turisti provenienti da ogni angolo del pianeta. Questo ha trasformato la città lagunare in una sorta di parco divertimenti turistico. Inoltre, Venezia è una delle principali destinazioni per le crociere, che contribuiscono ulteriormente al problema dell’overtourism.
Per affrontare il problema, Venezia ha introdotto recentemente una misura innovativa: il pagamento di un contributo di 5 euro per l’accesso alla città. Questa iniziativa rende Venezia la prima grande città italiana e una delle prime al mondo a istituire un pedaggio turistico.
Ogni anno, milioni di turisti affollano le Cinque Terre, creando sovraffollamento e deterioramento dei sentieri. Questo afflusso ha portato al sacrificio dei servizi per gli abitanti locali, che ora sono principalmente orientati a soddisfare le esigenze del turismo.
Lo scorso anno, sono state imposte sanzioni ai turisti che si trattenevano troppo per scattare selfie nella suggestiva Portofino: fino a 275 euro di multa per chi intralciava il traffico o i passanti nelle due “zone rosse” della baia. Analogamente, passeggiare sui sentieri delle Cinque Terre indossando infradito o sandali può costare multe fino a 2.500 euro.
Firenze è una delle città italiane più colpite dall’overtourism, creando numerosi problemi per la città. Uno di questi è il sovraffollamento dei luoghi d’interesse. Piazze, strade e musei spesso sono affollati fino all’inverosimile, rendendo difficile per i visitatori godersi appieno le meraviglie della città. Questo sovraffollamento ha un impatto negativo anche sull’esperienza dei residenti, che possono trovare difficile vivere in un ambiente così congestionato e turistico.
Inoltre, il turismo ha portato a un aumento dei prezzi degli alloggi e dei servizi, rendendo Firenze una destinazione sempre più costosa per i turisti e per gli stessi residenti.
Per affrontare il problema dell’overtourism, le autorità locali stanno cercando di implementare varie misure, tra cui limiti al numero di visitatori, promozione di attrazioni meno conosciute e campagne di sensibilizzazione per i turisti affinché adottino comportamenti responsabili durante la visita alla città.
In conclusione, l’overtourism in Italia emerge come una sfida significativa per molte destinazioni turistiche del paese. L’afflusso massiccio di visitatori mette a dura prova le risorse ambientali, sociali ed economiche, compromettendo l’autenticità e la sostenibilità delle esperienze turistiche. Sebbene siano state intraprese varie iniziative per affrontare questo fenomeno, è necessaria una gestione e una pianificazione strategica per bilanciare il desiderio di promuovere il turismo con la necessità di preservare il patrimonio culturale e naturale.