Argomenti trattati
Lo storico Palazzo Pitti è una tappa da non perdere durante un viaggio a Firenze, le cui opere principali e le collezioni affascinano tutto il mondo. Scopriamo, quindi, la storia dell’importante palazzo e le gallerie che ospita.
Palazzo Pitti: le opere principali
Palazzo Pitti, nel corso della sua importante storia, è stata la residenza del Granducato di Toscana. Fu abitata dai Medici, dagli Asburgo-Lorena e, dopo l’Unità d’Italia, dai Savoia. Il maestoso edificio si trova in piazza dei Pitti al numero civico 1, nella zona di Oltrarno.
Al suo interno è ospitato un complesso museale composto da gallerie e musei di diversa natura. Tra i più importanti vi è la Galleria Palatina con i capolavori di Raffaello, Tiziano e tanti altri artisti illustri.
La galleria è sistemata secondo il criterio della quadreria settecentesca.
Vi sono, poi, gli Appartamenti Reali, l’Appartamento della Duchessa d’Aosta e il Quartiere del Principe di Napoli, la Galleria d’arte moderna e altri musei specializzati. Questi sono il Tesoro dei Granduchi, dedicato all’arte applicata, il Museo della moda e del costume, il maggiore museo italiano dedicato alla moda, il Museo delle porcellane e il Museo delle carrozze.
Il complesso, inoltre, comprende anche i giardini monumentali di Boboli, uno dei migliori esempi nel mondo di giardino all’italiana.
Palazzo Pitti, dopo gli Uffizi e l’Accademia, è il terzo museo statale italiano più visitato di Firenze. Un’occasione da non perdere durante un viaggio a Firenze.
Opere più importanti
Tra le opere più importanti nella Sala di Giove troviamo La Velata di Raffaello Sanzio e le Tre età dell’uomo di Giorgione. Invece, nella Sala di Saturno vi sono pregevoli opere si Raffaello, con la Madonna del Granduca fino alla Visione d’Ezechiele.
Poi, nella Sala di Apollo troviamo le opere di Tiziano, con la Santa Maria Maddalena del 1530 accanto al ritratto del Giovane inglese. Invece, nella Sala di Venere è custodita la Venere italica di Canova insieme alla copia di Tiziano del Ritratto di Papa Giulio II di Raffaello e il suo famoso Ritratto di Piero Aretino.
Storia
Nell’epoca in cui venne costruito, Palazzo Pitti era la residenza più grande e sfarzosa di Firenze. Luca Pitti, rivale della famiglia dei Medici, desiderava una residenza più sfarzosa di quella appena eretta da Michelozzo per Cosimo il Vecchio. Tuttavia, Pitti non riuscì a concluderla a causa del grande debito che contrasse.
La tradizione tramandata da Giorgio Vasari vuole che i Pitti si rivolgessero, intorno al 1440, a Filippo Brunelleschi scegliendo il progetto accantonato da Cosimo de’ Medici per il Palazzo Medici perché giudicato troppo grandioso e suscettibile di invidie, preferendogli quello più dosato di Michelozzo. La leggenda narra che Luca Pitti esigesse che le finestre del nuovo palazzo fossero più grandi della porta principale di quello di Cosimo e che il cortile potesse contenere l’intero Palazzo Strozzi. L’effettiva realizzazione è molto lontana dalla sobrietà di Brunelleschi. Invece, sembra più simile alle indicazioni del De re aedificatoria di Leon Battista Alberti, si rifà più alla solennità romana classica.
Tuttavia, le sorti della famiglia non si risollevarono e nel 1550 Buonaccorso Pitti vendette il palazzo a Eleonora di Toledo. Questa era moglie di Cosimo I de’ Medici e figlia del viceré di Napoli. Il palazzo divenne quindi la principale residenza dei Medici, senza cambiare nome.
Poi, in seguito a diverse opere di ampliamento della struttura, molto importate fu l’opera realizzata da Giorgio Vasari. L’architetto, nel 1565 costruì il Corridoio Vasariano, che attraversava Ponte Vecchio per collegare Palazzo Pitti con Palazzo Vecchio. Il corridoio passava, inoltre, per la chiesa di Santa Felicita, il Ponte Vecchio e gli Uffizi, sull’altra sponda dell’Arno.