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Sebbene l’Albania sia conosciuta da tutti come il Paese delle Aquile, sono veramente pochi gli stranieri a conoscenza del reale motivo che ha portato alla diffusione di questa denominazione. Non basta, infatti, sapere che la bandiera ufficiale del Paese raffigura proprio un’aquila a due teste nera su sfondo rosso.
La leggenda del Paese delle Aquile
Per comprenderne il motivo è necessario fare un passo indietro e partire dal nome con cui gli albanesi chiamano l’Albania e i suoi abitanti. Quella che noi conosciamo come Albania è per loro Shqipëri e i suoi abitanti sono detti shqipëtar e non albanesi, come invece tendiamo a chiamarli noi stranieri.
Ma da dove nascono questi nomi? Con ogni probabilità dal Racconto dell’aquila, un racconto popolare albanese che spiega come l’Albania e gli albanesi hanno ricevuto il loro nome indigeno.
Il Racconto dell’aquila
La leggenda narra che mentre un giovane stava cacciando per le montagne, un’aquila volteggiava sopra di lui e si posò in cima ad una rupe. L’aquila era straordinariamente maestosa e serrava nel becco un serpente. Dopo un po’ l’aquila volò via dalla cresta dove aveva il nido. Il ragazzo allora si arrampicò sulla cima della rupe dove vide, nel nido, il cucciolo dell’aquila giocare con il serpente morto.
Ma in realtà il serpente non era morto! All’improvviso, infatti, si mosse di scatto rivelando i suoi denti aguzzi ed era pronto a iniettare nel povero aquilotto un veleno mortale.
L’aquilotto era in pericolo
Velocemente, il giovane estrasse l’arco, si mise in posizione, scoccò la freccia e uccise il serpente. Poi prese l’aquilotto e si avviò verso casa. Ma improvvisamente il giovane sentì sopra di sé un suono fragoroso e incredibile: era il frullare delle immense ali dell’aquila.
“Perché rapisci mio figlio?” gridò forte l’aquila.
“Il piccolo è mio, perché l’ho salvato dal serpente che tu non avevi ucciso” rispose il ragazzo.
“Restituiscimi mio figlio” disse il rapace “e io ti darò come ricompensa l’acutezza dei miei occhi e la potente forza delle mie ali. Tu diventerai invincibile e nel mio nome sarai osannato”.
I doni dell’aquila
Così il giovane consegnò l’aquilotto. Quest’ultimo crebbe, e volava sempre sopra la testa del ragazzo, ormai un uomo pienamente cresciuto, che con il suo arco e frecce uccideva molte bestie selvatiche e con la sua spada ammazzava molti nemici di quelle lande. Durante tutte queste imprese, l’aquila, fedelmente lo guardava dall’alto e lo guidava. Sbalorditi dalle gesta del valoroso cacciatore, le genti di quella terra lo incoronarono re e lo chiamarono Shqipëtar che vuol dire figlio dell’aquila e il suo regno divenne conosciuto come Shqipëri o Paese delle Aquile.
Diverse tradizioni
Esistono però anche altre versioni relative all’origine del nome Shqipëri, in alternativa al tradizionale Racconto dell’aquila.
Lo scrittore, filosofo e drammaturgo albanese Sami Frashëri collega il termine Shqipëri al nome dell’uccello benedetto, cioè l’aquila, che nell’antichità era adorata dagli albanesi al pari di una divinità.
Ma c’è anche chi pensa che l’espressione Paese delle Aquile derivi dal fatto che l’esercito albanese combatteva sotto la bandiera di Gjergj Kastrioti Skënderbeu, un condottiero e patriota albanese molto amato dai suoi connazionali. La bandiera, neanche a dirlo, raffigurava un’aquila bicipite nera.
Non si può negare che l’Albania abbia un habitat adatto per la sopravvivenza delle aquile, ma questa ragione non pare sufficiente a spiegare il nome Paese delle Aquile, dal momento che anche l’Italia, in particolare la Valle d’Aosta, è uno dei Paesi più frequentati dalle regine del cielo ma non per questo ha legato il suo nome a quello del rapace.
L’aquila sulla bandiera
Come già detto, l’aquila compare anche sulla bandiera dell’Albania: si tratta di un uccello bicipite, cioè a due teste, dalla sagoma nera, che si staglia su uno sfondo rosso fuoco.
A partire dall’anno dell’indipendenza albanese, nel 1912, l’immagine dell’aquila ha subito alcune modifiche: per esempio, durante gli anni del Governo Democratico, dal 1944 al 1946, all’aquila era affiancata la sagoma gialla della falce e del martello, simbolo del partito comunista. Tuttavia, nonostante queste lievi (ma significative) modifiche, la struttura di base della bandiera è sempre rimasta la stessa.
Il simbolo dell’aquila è talmente radicato nell’immaginario popolare albanese da figurare anche al centro della bandiera non ufficiale della minoranza italo-albanese. In questo caso, la sagoma nera dell’uccello si staglia non sul rosso dell’Albania ma sul tricolore italiano.
Le origini
Tuttavia, sarebbe sbagliato affermare che l’aquila bicipite della bandiera albanese è stata scelta come simbolo dello Stato solo e unicamente a causa della leggenda popolare del giovane Shqipëri che salva l’aquilotto dal serpente.
L’aquila a due teste, infatti, è da sempre uno dei simboli caratteristici dell’araldica dell’Impero Bizantino. Pare che Gjergj Kastrioti Skënderbeu se ne sia impossessato per simboleggiare il fatto che la sua famiglia da generazioni governava due castelli, dunque era necessario un animale a due teste per controllare entrambi i possedimenti contemporaneamente.
Gjergj Kastrioti Skënderbeu fu uno dei capi che guidò il popolo albanese contro l’Impero Ottomano e che permise all’Albania di ottenere una breve ma importante indipendenza, dal 1443 al 1478. Per questo motivo, gli albanesi restarono sempre molto legati al condottiero e alla sua bandiera, tanto da sceglierla, secoli dopo, per il nuovo Stato.
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Fantastico! A Ururi, paesino del Molise di lingua albanese, c’è una statua dedicata a Skanderbeu.