Spiaggiamento delle balene, perchè avviene.
Argomenti trattati
Al giorno d’oggi la difesa dell’ambiente è un argomento estremamente sensibile che tocca non solo gli ecologisti ma tutto il mondo. La salvaguardia del pianeta è infatti indispensabile affinché quest’ultimo possa sopravvivere a lungo nel tempo.
Negli ultimi anni si è assistito a numerosi fenomeni ambientali che hanno scosso le coscienze, uno tra i più gravi è senza dubbio lo spiaggiamento delle balene. Tale fenomeno è diventato sempre più virale in modo particolare dal 2014, quando è avvenuto lo spiaggiamento di sette balene sulle coste abruzzesi di Vasto.
Ancora oggi ci si interroga sulle cause che hanno portato a tale evento e tra le ipotesi più probabili c’è senz’altro l’intervento dell’uomo. Naturalmente lo spiaggiamento delle balene non coinvolge soltanto l’Italia ma tutti i paesi del mondo. Per quanto riguarda il territorio italiano invece sembra che dal 2016 siano oltre cinquemila le specie di cetacei che si sono spiaggiate sulle coste della penisola. Tra le regioni maggiormente coinvolte nell’accaduto ci sono la Sardegna e la Toscana.
Oltre alla causa umana, sembra che lo spiaggiamento delle balene sia dovuto a ragioni di natura infettiva che possono essere associate alla propagazione di un virus simile al morbillo.
Nonostante ciò questa non è l’unica causa che porta a questo fenomeno sconcertante e gli studiosi stanno ancora cercando una soluzione. La biologia oggigiorno ha compiuto passi da gigante usufruendo anche di nuove e innovative tecniche che permettono di analizzare attentamente ogni singolo caso.
In base ad una ricerca recente compiuta dal ministero dell’Ambiente e dagli studiosi di Ispra, si è posto l’accento sulle relazioni tra la capacità di pesca e gli spiaggiamenti delle balene ritrovate in Sicilia. Quest’ultima infatti costituisce una delle regione italiane in cui è presente la più grande flotta da pesca.
Secondo le stime sembra che dal 1995 al 2012 gli spiaggiamenti delle balene sulle coste siciliane siano diminuiti in concomitanza con il calo della capacità di pesca. Ciò però non accade in altre zone come ad esempio l’Alto Adriatico in cui, nonostante la diminuzione della pesca, non si è registrato alcun calo degli spiaggiamenti di cetacei.
Anche la Nasa diversi anni fa ha realizzato uno studio molto interessante in cui ha studiato le anomalie prodotte dal campo magnetico della Terra. Secondo questa ricerca sembrerebbe che siano state proprio queste, insieme alle tempeste geomagnetiche, a causare gli spiaggiamenti in diverse aree del globo.
Gli spiaggiamenti dei cetacei naturalmente non sono tutti uguali ma devono essere considerati nel singolo caso. Nello spiaggiamento di Vasto ad esempio, tre balene sono state trovate morte mentre le altre quattro sono state rimesse in mare grazie al pronto intervento del personale specializzato.
Secondo quest’ultimo a guidare il branco vi era una balena incinta che aveva una patologia organica che le impediva di nutrirsi e dissetarsi in modo adeguato. Gli studiosi (in particolare il professore di patologia generale e anatomia dell’Università di Padova Sandro Mazzariol) inoltre hanno scoperto che tutte le balene erano affette da un virus simile al morbillo che ha aggravato la situazione del gruppo.
Pertanto tutte le balene avrebbe comunque seguito il capobranco fino alle coste, anche a causa della situazione meteorologica piuttosto compromettente. Ultimamente è nata una commissione speciale all’interno dell’International Whaling Commision (che sarà guidata dallo stesso Mazzariol) che si occuperà di trovare le cause che portano allo spiaggiamento delle balene in modo tale da creare anche un protocollo adeguato per gestire la situazione.