La piramide del Louvre compie 30 anni: l’installazione per celebrarla

L'iconica piramide sembra emerga dagli abissi grazie ad un'illusione ottica creata con milioni di strisce di carta. 

In occasione del trentesimo anniversario della famosissima piramide del Louvre di Parigi, l’artista francese JR, Jean René, ha svelato un’altra delle sue opere monumentali.

La Piramide che emerge

Guardando da un punto preciso, situato sul tetto del museo, la piramide sembra come emergere da una voragine di rocce bianche.

La visione al pubblico era permessa grazie alla presenza di una fotocamera che proiettava le immagini su due maxi schermi posti ai lati della piazza.

Oltre 400 volontari, divisi in gruppi da 50, hanno speso gli ultimi quattro giorni ad incollare più di 2000 strisce di carta sui ciottoli della piazza che ospita l’opera.

I primi visitatori di Domenica sembravano apprezzare l’installazione.

L’idea parte della possibilità di reinventare e ripensare i posti e le costruzioni che vediamo tutti i giorni nelle nostre città. L’arte diventa così lo strumento per cambiare il mondo.

Non è la prima volta che all’artista viene commissionata un’istallazione che ha come protagonista l’entrata del Louvre: nel 2016 ne aveva ricoperto le pareti con fotografie bianco e nero del palazzo retrostante e dando, così, l’illusione che fosse sparita.

Chi è JR

“Il Banksy parigino”. Così lo chiamano tutti, paragonandolo al più famoso e misterioso street artist. La sua identità è nascosta, anche se appare spesso in pubblico, sempre con un cappellino e gli occhiali scuri a differenza dell’inglese. Si definisce un “photograffeur”, metà fotografo e metà graffittaro di professione. È famoso in tutto il mondo, anche social, per la sua tecnica di collage fotografico e le sue opere, concentrate soprattutto in Francia, sono l’espressione su muri, seminterrati e tetti dell’incontro di persone ed artisti europei. In molti apprezzano i monumentali ritratti di gente comune: scatti provocatori di donne e uomini, spiazzanti e fatti per scuotere le coscienze. Come i tetti delle favelas di Rio de Janeiro o al muro di Israele, o ancora la cupola del Pantheon di Parigi. Da questo modo di fare arte è nato Visages, villages, un documentario girato insieme ad una delle registe più importante del Novecento, Agnès Varda, morta lo scorso 29 anni.

Ma non tutti apprezzano: la giornalista Maria Ottavi sul quotidiano “Libération” così commenta un’istallazione del 2014: “Ormai le autorità adorano JR a tal punto da averlo autorizzato a ricoprire le impalcature intorno al Pantheon di Parigi con le sue foto: un affronto al suo passato, anonimo e fuorilegge, di street artist ribelle»

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