I portici di Bologna patrimonio dell'Unesco: è partita la candidatura.
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I portici di Bologna sono ufficialmente candidati a diventare patrimonio dell’Unesco.
I portici di Bologna potrebbero essere riconosciuti come patrimonio mondiale dell’umanità. I 42 chilometri che caratterizzano la città emiliana sono stati candidati all’iscrizione dal consiglio direttivo della commissione nazionale italiana per l‘Unesco.
Bologna, la “capitale dei portici”, conta ben 42 chilometri di portici dall’eccezionale varietà di stili artistico-architettonici.
Ogni stile, infatti, rappresenta epoche diverse, che ancora oggi si possono ammirare in giro per la città.
Tuttavia, spesso questo spettacolo di architettura viene rovinato dai graffiti o dall’incuria. Per tale motivo, questa candidatura al patrimonio Unesco può essere l’occasione perfetta per ricordare ai turisti e ai cittadini di avere più cura di questo patrimonio inestimabile.
In totale sono 12 i tratti selezionati, localizzati sia in centro sia nelle aree periferiche: via Zamboni, il Pavaglione con piazza Maggiore, il quartiere Barca, via Santa Caterina, via Santo Stefano e piazza della Mercanzia, via Galliera e via Manzoni, strada Maggiore, Baraccano, portico della Certosa, piazza Cavour e via Farini, Forno del pane, San Luca.
La prima testimonianza di questo splendido patrimonio architettonico risale all’anno 1041.
All’epoca, l’Università di Bologna attirava numerosi studenti e accademici, e la popolazione continuava a crescere per via dell’immigrazione dalle campagne vicine.
Per far fronte all’aumento del numero dei cittadini, questi decisero di aumentare le dimensioni delle case, ampliando i piani superiori con la creazione di sporti in legno sorretti dal prolungamento delle travi portanti e da mensole, anche chiamate “beccadelli”.
Con il passare del tempo fu necessario costruire colonne di sostegno dal basso per impedire il crollo delle costruzioni. Così nacquero i portici.
L’opera aveva, inoltre, anche altre utilità molto importanti. Infatti, i portici offrivano riparo dal sole e dalle intemperie, permettendo a cittadini e turisti di attraversare la città con qualsiasi condizione atmosferica.
I portici favorirono, inoltre, l’espansione di attività commerciali e artigiane che dava una spinta importante all’economia cittadina.
In via Senzanome, nel tratto di via Saragozza si trova il portico più stretto della città di appena 95 centimetri.
Il portico più largo della città è il quadriportico della basilica di S.Maria dei Servi in strada Maggiore, progettato alla fine del Trecento nella parte che fiancheggia la chiesa. Venne poi proseguito lungo strada Maggiore e davanti alla facciata del tempio.
Il portico più alto della città è, invece, quello in via Altabella dove il palazzo arcivescovile ha un loggiato che sfiora i 10 metri e venne edificato intorno al 1293.