Praga cosa vedere in 5 giorni, tutte le tappe

Scopriamo tutto il romanticismo e la magia di Praga.

Praga è una delle destinazioni che si prendono in considerazione quando si decide di fare un viaggio in una “capitale europea”. Praga (in ceco Praha) è molto visitata anche dai giovani, proprio perché il costo della vita è molto basso, i locali e i pub non mancano e il divertimento è a portata di mano.

Si tratta, però, di una città anche molto romantica, che si affaccia sul fiume Moldava (Vltava) e che ha dei tratti perfino fiabeschi, con i suoi meravigliosi castelli e i suoi sfarzosi palazzi. Ecco cosa vedere in 5 giorni a Praga.

Praga cosa vedere in 5 giorni

Praga è ricca di cultura, di arte, di storia ma non si fa mancare nemmeno quegli angoli di natura dai quali poter ammirare, nella pace e nella tranquillità, tutta la bellezza e il fascino di questa splendida e misteriosa città.

Se avete, dunque, deciso di organizzare un week end fuori casa, Praga è la metà ideale ma consigliamo di spendere qualche giorno in più – almeno 5 – per poterne visitare le attrazioni principali e i luoghi imperdibili.

Giorno 1

Non si può che partire dalla Piazza della Città VecchiaPiazza Venceslao – fondata da Carlo VI nel 1348. Qui si trovano i monumenti più famosi della città come il Museo Nazionale, l’imponente Municipio, la Chiesa hussita di San Nicola di epoca barocca dove si possono ascoltare i migliori concerti classici, la statua equestre di San Venceslao, il Palazzo Kinský e la Casa alla Campana di Pietra, ubicata proprio difronte al famosissimo Orologio Astronomico (Pražský orloj), simbolo della città realizzato nel 1490.

Dalla piazza si può facilmente giungere al Ponte Carlo, lungo ben 520 metri e costeggiato da artigiani e artisti di strada, oltre che dalle 30 statue di grandissime dimensioni che sembrano fare quasi da guardia al passaggio che dalla città vecchia porta a Mala Strana (la “parte piccola”). Dal ponte si può raggiungere il Castello medievale di Praga, uno dei più grandi del mondo, costituito da palazzi, cattedrali e da immensi giardini.

Giorno 2

Andando dall’altra parte del ponte, si può arrivare alla collina di Petřín, dove si può ammirare il Monumento alle Vittime del Comunismo. Da qui si può poi immergersi in pieno nella natura, tramite la funicolare che porta sulla cima della collina.

Per proseguire la giornata all’area aperta si può ammirare il giardino Květnice, sostare nei pressi di un magnifico roseto ed erigersi sulla Torre Panoramica di Petřín, che vuole essere una riproduzione della Torre Eiffel. Dal suo terrazzo la vista è mozzafiato.

Giorno 3

Potete dedicare la terza giornata alla visita delle isole. Quella di Kampa è la più famosa, definita la “piccola Venezia di Praga” per i suoi colori, per gli edifici settecenteschi e per le sue piazzette. Imperdibili qui le tappe al muro di John Lennon, simbolo di fratellanza e libertà, e ai Bambini di Bronzo di David Černý, tanto affascinanti quanto inquietanti.

Le altre che meritano di essere viste sono l’Isola dei Tiratori e di Slava, tipicamente frequentate per ammirare i tramonti ceco slovacchi. Dall’isola di Slava, con una piccola passeggiata si può raggiungere la stranissima Casa Danzante, progettata nel 1996 dall’architetto croato Vlado Milunić.

Giorno 4

Non si può venire a Praga e non visitare il Quartiere Ebraico, che si apre con la statua di Franz Kafka. Da visitare assolutamente le 4 sinagoghe e il vecchio cimitero in cui è sepolto il rabbino Jehuda Löw (secondo una leggenda inventore di Golem, figura mistica e simbolica).

Il cimitero sembra presentarsi con lapidi storte e consumate, quasi abbandonate a se stesse. Invece l’accavallamento che si vede è dato dal fatto che gli ebrei avevano poco spazio per le sepolture e avevano tentato di ottimizzarlo al massimo.

Giorno 5

Nel Ghetto di Praga si può ammirare la Sinagoga Spagnola, la più bella di Praga, ispirata alla famosa Alhambra di Granada.

Si può concludere la visita con un passaggio al Vicolo d’Oro, piccola stradina di case basse e variopinte. La leggenda vuole che si stato il luogo dove alcuni alchimisti abbiano provato a trasformare il ferro in oro ma pare più che il nome derivi dagli orafi che avevano vissuto in questa zona.

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