Tutti i consigli per programmare un safari in Tanzania

Un safari in Tanzania è un'esperienza da sogno, basta rivolgersi ai professionisti del settore.

Come si programma un safari in Tanzania? I dettagli a cui pensare non sono pochi, ma con una pianificazione accurata si può essere certi di godersi un’esperienza da sogno, ne abbiamo parlato con gli specialisti di PrimalandSafaris.com.

Da che punto si inizia per la pianificazione del safari?

Per esempio dalla selezione del tour operator che si dovrà occupare dei vari dettagli organizzativi della vacanza. Da questo punto di vista il consiglio è quello di lasciarsi guidare dal proprio istinto ma, al tempo stesso, evitare di fidarsi di chi fa promesse esagerate non offrendo le garanzie necessarie. Occorre chiedersi, per esempio, quante persone saranno presenti in auto, se ci sarà l’aria condizionata a disposizione e se si potrà usufruire di un posto vicino al finestrino. Ancora, è bene domandarsi se si farà parte di un gruppo e se ci sarà un binocolo da usare per avvistare gli animali. Inoltre, bisogna preoccuparsi di capire se sarà possibile mettere in carica gli smartphone e gli altri device elettronici e quali saranno le caratteristiche del fuoristrada che verrà impiegato.

Perché è importante la reputazione del tour operator?

Si tratta di un aspetto da cui non si può prescindere, perché è ovvio che in vacanza si vuol stare tranquilli e, di conseguenza, ci si vuol mettere nelle mani di chi è in grado di svolgere il proprio mestiere in maniera adeguata. Nel caso in cui non si provveda a tutti i controlli del caso, il rischio è quello di ritrovarsi a bordo di un veicolo non idoneo o di essere al fianco di una guida non qualificata. O magari si può addirittura per perdere il denaro che era stato depositato per l’acconto. Questo non vuol dire che le piccole agenzie debbano per forza essere evitate, soprattutto se la loro presenza su Internet è modesta: per una verifica è sufficiente chiedere qualche contatto in modo da appurare che ogni aspetto sia a posto. È diritto del turista fare domande, e anzi si può perfino chiedere di essere messi in contatto con altri clienti che hanno già avuto modo di beneficiare dei servizi del tour operator.

Quali informazioni è necessario avere?

Di certo, conviene poter avere a disposizione un itinerario del safari che sia il più possibile dettagliato, per sapere quante ore potranno essere trascorse all’interno del parco, ma anche quante ore di strada dovranno essere percorse fra i vari luoghi. Inoltre, è bene capire se le strutture sono collocate dentro al parco o nei dintorni e se tutte le attività sono incluse nel prezzo. Per esempio, in genere le visite ai villaggi Masai prevedono un costo a parte, e non sono obbligatorie. Si può decidere di concedersi anche un giro in mongolfiera o di cimentarsi in un safari notturno: a tal proposito è opportuno verificare che la guida sia in possesso di una licenza ad hoc per una escursione di questo tipo.

Esistono delle altre accortezze che è consigliabile tenere a mente?

Vale la pena di informarsi a proposito delle policy di cancellazione e rimborso, per scoprire se sarà possibile riavere i propri soldi indietro nel caso in cui, per un impedimento, si sia costretti a rinunciare al viaggio. Ultimo ma non meno importante aspetto è quello che riguarda la polizza assicurativa Flying Doctors AMREF, grazie a cui è possibile, in caso di necessità, essere trasportati presso la struttura ospedaliera più vicina in elicottero. Si tratta di un’assicurazione diversa rispetto a quella che copre le spese di degenza.

Al di là degli aspetti tecnici e burocratici, come si fa a scegliere il percorso ideale per un safari?

La scelta dell’itinerario, che deve avvenire anche in funzione di una stima dei costi, può essere pianificata direttamente dal turista, che in alternativa può comunque affidarsi a ciò che propongono i tour operator. Occorre essere consapevoli del fatto che si passerà in macchina un bel po’ di tempo in occasione dei trasferimenti fra i vari parchi nazionali, ed è anche questo il motivo per il quale non si può prescindere da una pianificazione ben studiata. Meglio stare larghi con i tempi, nel senso che gli imprevisti sono sempre possibili, che si tratti di una foratura o di un rallentamento dovuto a una strada fangosa. Insomma, non è da escludere che ci possa volere anche mezza giornata per passare da un parco all’altro.

Ecco, ma di quali parchi stiamo parlando?

Le alternative a disposizione in realtà sono molteplici: si spazia dal Cratere di Ngorongoro al Parco Nazionale del Serengeti, che rientrano tra i grandi parchi del Nord. Il Parco Nazionale del Lago Manyara e il Parco Nazionale del Tarangire, in aggiunta ai primi due, possono andare a comporre un safari di media durata, cioè di una settimana. Nel caso in cui il tempo a disposizione sia ancora maggiore, si possono aggiungere nel novero delle destinazioni il Cratere Empaakai, il Lago Natron, il Parco Nazionale di Arusha e il Lago Eyasi.

In base alla vostra esperienza, qual è il numero di giorni ideale per un safari in Tanzania?

Ovviamente una risposta univoca non c’è, perché dipende dalle condizioni di viaggio e dal budget che si ha a disposizione. Per esempio, per chi viaggia in compagnia di bambini una buona scelta è quella di non superare i 5 giorni, per evitare che i piccoli si stanchino troppo. Non ha senso, invece, un safari solo di un paio di giorni.

Primaland Safaris è il punto di riferimento per chiunque abbia intenzione di vivere la magnifica esperienza di un safari in Tanzania: si tratta di un tour operator specializzato che garantisce vacanze da sogno. Sul sito è possibile trovare tutti i documenti relativi alle autorizzazioni che sono state rilasciate dal governo del Paese, a dimostrazione della conformità alle norme giuridiche previste. Con Primaland Safaris si ha l’opportunità di scoprire non solo i più bei paesaggi naturali della Tanzania, ma anche gli usi, i costumi e le tradizioni della popolazione locale, con una perfetta organizzazione di ogni fattore logistico grazie a un coordinamento impeccabile.

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