In questo articolo andremo a parlare del Capodanno islamico e di come viene festeggiato, analizzando le differenze con il nostro.
Origine del Capodanno
Per Capodanno si intende il primo giorno del nuovo anno. Per la religione cristiana cade il 1 Gennaio, mentre per altre religioni la data può cambiare a seconda delle usanze.
La maggiorparte delle religioni segue il calendiario regoriano, ponendo il Capodanno nel primo giorno dell’anno. Ci sono casi, però, in cui il Capodanno cade in giorni differenti per via di una struttura del calendario differente. Un caso è quello del Capodanno islamico.
Nell’era moderna il Capodanno simboleggia un nuovo inizio, facendo un resoconto dell’anno appena trascorso. I media vedono il Capodanno come una grande festa. Basti pensare alle radio, alle televisioni o ai giornali, che diffondono il Capodanno con qualunque strumento mediatico.
Ovviamente alla base del Capodanno c’è qualcosa di più del mero festeggiamento. Ci sono anni di tradizioni culturali e religiose che si sono protratte col tempo. Una tradizione che cambia di città in città nel mondo ma ha un solo ed unico scopo: festeggiare il nuovo anno.
Il Capodanno islamico
Il Capodanno islamico, chiamato Maal Hijra, si festeggia il primo giorno di Muharram, cioè il primo mese islamico. È uno dei quattro mesi sacri dell’anno.
Il suo nome è connesso con la parola ḥaram che significa “proibito per motivi religiosi, tabù”. Il capodanno islamico segna il viaggio di Maometto dalla Mecca a Medina avvenuto nel 622 dC.
La data del nuovo anno cambia rispetto al nostro, poiché l’anno islamico dura 11 giorni in meno, quindi in tutto il loro calendario è di 354 giorni.
Per il nostro 2015 il capodanno islamico è previsto per il 15 ottobre.
Il calendario islamico, noto come Hijrah, è stato introdotto da Omar Ibn Al Khattab e gli anni da contare partono dal 622 d.C. , e attualmente ci troviamo nell’anno 1436.
I festeggiamenti del Capodanno durano dieci giorni, cioè fino al decimo giorno del primo mese del nuovo anno detto Ashura, giorno davvero importante per il mondo sciita, che ricorda la battaglia di Kerbala, il martirio dell’Imam Hussein, nipote di Maometto.
La traduzione di Muharram, il primo mese, è “rispetto“. Ecco perché per gli sciiti onorano questo breve periodo con il digiuno e la preghiera, durante il quale sono vietati i matrimoni e la musica. Si tratta più di un evento culturale che di una celebrazione vera e propria del nuovo anno, con il quale la gente accoglie il nuovo anno con la pace e con la preghiera. Per gli sciiti è di rigore il digiuno per i primi dieci giorni di Muharram, e spesso anche i sunniti celebrano la cashura con un digiuno, anche se in questo caso si tratta di un digiuno “volontario” e non obbligatorio come durante il Ramadan.
Diversamente in Turchia e in alcuni paesi dell’Africa del Nord, questi dieci giorni che vanno dall’Awal Moharamm, all’Ashura, sono momenti di gioia e di festa, in cui si celebrano la pace e l’abbondanza.
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