Rosalia Lombardo, è defunta ma, sembra stia solo riposando.
Un viso praticamente intatto nonostante la morte: è un’espressione perfettamente calzante per la piccola Rosalia Lombardo, deceduta a causa di una polmonite batterica poco prima del suo secondo compleanno.
Lo stato di conservazione di questa bambina mummia rappresenta un caso unico, grazie ad un’imbalsamazione che non ha richiesto manipolazioni successive: cadaveri altrettanto ben mantenuti nel tempo come quelli di Lenin e di Evita Perón, infatti, hanno ricevuto più volte dei trattamenti a cadenze regolari.
Ma cosa ha di speciale la mummia “più bella del mondo”, che riposa a Palermo, nelle Catacombe della Chiesa di Santa Maria della Pace?
Il padre di Rosalia aveva chiesto al suo amico Alfredo Salafia di imbalsamarne il corpo: il chimico, infatti, aveva una passione per le tecniche conservative delle salme ed aveva esaudito con perizia il desiderio di Mario Lombardo.
La formula della sostanza utilizzata per questi scopi è stata ritrovata grazie agli appunti del professore, corredati di illustrazioni e salvati da una discendente, che evidenziano una grande innovazione per quel periodo.
Si tratta di una soluzione iniettabile, perfettamente in linea con le norme igienico-sanitarie coeve e odierne, a base di formaldeide (contro i batteri), acido salicilico saturo in alcool (anti-micotico), glicerina (sostanza emolliente, contro l’essiccazione dei tessuti) e sali di zinco (assicurano l’irrigidimento del cadavere), le cui proprietà antisettiche e conservative erano di recente scoperta e già dimostrate da Salafia durante alcuni convegni negli Stati Uniti d’America.
Gli usi del tempo, infatti, ricadevano sul latte di calce oppure sull’arsenico e sul mercurio, altamente nocivi per l’imbalsamatore.
Scoprire la composizione chimica si è rivelato indispensabile poiché, in seguito alla sostituzione del vetro che ricopriva la teca della bambina mummia e successiva sovrapposizione di un’altra lastra, sono apparsi alcuni segni di un principio di degrado.
La pelle scurita e con qualche chiazza in seguito a fenomeni di foto-ossidazione, capelli più chiari per l’azione della luce artificiale (quelli di Rosalia erano castani) e leggero cambiamento della forma del viso. Questi elementi hanno portato l’antropologo messinese Dario Piombino-Mascali a collaborare con altri illustri scienziati per contrastare questo processo.
In seguito alle rilevazioni ai raggi X, che hanno confermato una sostanziale integrità degli organi interni della piccola Rosalia, gli studiosi sono arrivati alla progettazione di un alloggio perfettamente sigillato con azoto allo stato gassoso: lo scrigno è stato spostato dalla cappella ad una zona interna alle catacombe, con un tenore di umidità decisamente più basso.
Nel sud Italia ed in particolar modo in Sicilia, si riteneva che le anime dei defunti proteggessero le famiglie, ragion per cui era sempre viva l’usanza di trattare le salme mediante imbalsamazione: questo nonostante tale pratica fosse già vietata al momento della morte di Rosalia Lombardo.
La piccola, infatti, si trova insieme ad altri corpi, molti dei quali si sono conservati in modo naturale: dopo un drenaggio dai liquidi cadaverici mediante scolatura ed essiccazione al chiuso per sette-otto mesi, venivano lavati con aceto, disposti all’ aria aperta e, infine, vestiti.
La bambina mummia, comunque, è diventata protagonista di leggende: le telecamere di videosorveglianza e, successivamente, alcune sequenze di fotografie scattate ad intervalli di circa un minuto, hanno rilevato che la salma di Rosalia muoveva le palpebre più volte al giorno; molti hanno gridato al miracolo, pensando addirittura che la morte non fosse mai avvenuta.
Prima del trasferimento delle spoglie nella nuova teca, gli addetti ai lavori ipotizzavano un’influenza del tasso di umidità all’interno delle catacombe, ma il dottor Piombino-Mascali sostiene che si tratti di un’illusione ottica, dovuta al cambiamento dell’angolazione della luce durante la giornata, anche perché gli occhi della bambina non sono mai stati perfettamente chiusi… Con buona pace dei credenti.