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Difficilmente nel mondo si può trovare un edificio che nel corso della sua storia ha assistito a così tante vicissitudini storiche come la Santa Sofia.
La Chiesa più importante di Costantinopoli, divenuta in seguito un fondamentale edificio di culto per i mussulmani, al giorno d’oggi attrae i visitatori provenienti da tutto il mondo.
Non si tratta più nemmeno di un luogo religioso per i musulmani, in quanto da diversi anni ormai è un museo, uno dei più grandi al mondo, per giunta. Attualmente Santa Sofia conserva ben poco dell’era bizantina; molto, difatti, venne cancellato dal tempo più che dagli sforzi degli islamici.
Ciononostante, si tratta comunque di un luogo ricco di un fascino piuttosto mistico. Certo, le croci interne a Santa Sofia sono state cancellate addirittura nel 1453, l’anno della caduta di Costantinopoli, e molti mosaici vennero rifatti oppure coperti, ma non cancellati del tutto.
Per questo ancor oggi la Santa Sofia conserva molti riferimenti al cristianesimo, unendo in un solo edificio le influenze cristiane con quelle islamiche. In questo è l’unica costruzione al mondo, che, in quanto museo, raccoglie anche gli oggetti appartenenti a entrambi i culti religiosi.
Santa Sofia Istanbul, storia
Nata come la Chiesa della Santa Sapienza, la sua storia fu subito segnata da diversi eventi particolari. Questa, difatti, veniva considerata la chiesa principale dell’Impero Romano d’Oriente e proprio qui venivano svolte le incoronazioni e prese delle importanti decisioni.
Fu costruita per volere di Costantino, che in questo modo cercò di fare al popolo della città un regalo. La sua costruzione, però, durò davvero molto, tant’è che l’edificio in questione venne consacrato al culto cristiano solo nel 360 d.C., durante il regno di Costanzo II.
Quest’ultima la ingrandì aggiungendoci dei nuovi edifici e Santa Sofia divenne la chiesa principale della città. 55 anni dopo, però, Santa Sofia venne colpita da un incendio e riedificata dall’imperatore Teodosia II per poi essere riconsacrata.
La sua storia non fu per niente facile, in quanto subì un altro incendio nel 532 (a seguito della rivolta di Nika contro Giustiniano). Alla fine della rivolta, l’imperatore la ricostruì rendendola “la più sontuosa dall’epoca della Creazione“.
Tanto che per la sua ricostruzione venne usato molto materiale prezioso, provenienti da tutti gli angoli dell’impero e anche dall’Impero d’Occidente. Le preghiere consacrative a seguito della sua ricostruzione durarono per 14 giorni.
A seguito della cosa, l’imperatore esclamò: “Gloria a Dio che mi ha fatto degno di questo! Ti ho superato, oh Salomone!” Sfortunatamente, una parte della cupola fu comunque soggetta a un successivo crollo, in quanto Costantinopoli venne colpita da un forte terremoto. Tale cupola si dimostrò estremamente fragile nel corso degli anni e dovette essere ricostruita per ben 2 volte, nel X e nel XVI secolo.
La 4° crociata
La quarta crociata svolse un ruolo fondamentale nella storia di Santa Sofia, in quanto la chiesa venne saccheggiata e moltissimi oggetti preziosi – trafugati. Per quasi 60 anni essa venne convertita in una chiesa cattolica: fu il periodo del decadimento, tant’è che quando venne riconquistata dai bizantini, fu trovata in stato di rovina.
Fu anche questo l’evento che secondo molti storici portò alla caduta di Costantinopoli successivamente: nel 1453 essa diventa una moschea. A quel punto alla costruzione vennero aggiunti dei minareti, come il Murat II e l’ultimo, voluto da Selim II.
L’arte di Aye Sofia
I disegni che vi si possono vedere appartengono ai pennarelli di Gaspare Fossati e Giuseppe Fossati.
Questi riuscirono a riportare alla luce del sole numerose opere d’arte nascoste nelle gallerie e vicino al timpano. Tutti i mosaici, – anche quelli cristiani, – vennero, invece, restaurati ed esposti al pubblico nel 1935.
Proprio in questi anni, per decisione di Mustafa Kemal Atatürk, Aye Sofia divenne un museo. Successivamente venne trovato il portico sottostante realizzato da Teodosio II, oltre che numerosi pavimenti in marmo che in epoca mussulmana erano coperti da dei tappeti.
Al giorno d’oggi vi si può comunque sentire qualche preghiera islamica, che resta comunque molto sporadica.