La storia della Scala Fenicia di Capri e quanti scalini ci sono tra il porto di Marina Grande ed il centro abitato di Anacapri.
La Scala Fenicia è uno dei simboli dell’isola di Capri, ma quanti sono gli scalini che portano fino al centro abitato di Anacapri? Tutte le curiosità e la storia della vertiginosa scalinata dell’isola campana.
L’isola di Capri è uno dei gioielli del sud Italia, situata al largo del Golfo di Napoli. Tra le meraviglie più famose e suggestive dell’isola c’è la Scala Fenicia, una ripida scalinata che collega il porto di Marina Grande al centro abitato di Anacapri.
Lungo il tragitto, tuttavia, si gode di splendidi panorami sul mare, regalando un’esperienza indimenticabile.
L’enorme scalinata vanta origini molto antiche, poiché realizzata dai coloni greci intorno al VII e VI secolo a.C.. Tuttavia, prende il nome da una seconda teoria, divenuta ormai inverosimile, secondo cui a crearla furono i Fenici. Le vertiginose scale che portano nel cuore della cittadina di Anacapri contano ben 921 scalini, per un totale di 1,7 chilometri. Un percorso, quindi, adatto ai più curiosi e che hanno la volontà di percorrere un sentiero impegnativo. Per tale motivo è da evitare durante le ore più calde d’estate.
Ma scopriamo l’antica storia della Scala Fenicia.
La suggestiva Scala Fenicia è un residuo della presenza dei Greci sull’isola, che la costruirono intorno al VII e VI secolo a.C.. L’appellativo Fenicia, però, le è stato dato a causa alle manie toponomastiche degli ambienti eruditi partenopei del Seicento che, nel fervore della cosiddetta feniciomania, hanno dato vita ad una serie di ricostruzioni storiche arbitrarie. Queste, infatti, volevano dimostrare forzatamente la presenza di Fenici a Capri, pur senza alcun fondamento storico.
Dopo essere stata restaurata in epoca romana, la strada ha rappresentato per molti secoli, fino all’inaugurazione della strada carrozzabile nel 1877, l’unica via di accesso ad Anacapri. Infatti, ancora oggi è servita solo da un paio di approdi, entrambi piuttosto disagevoli.
All’epoca, la lunga scalinata consentiva di raggiungere Anacapri a coloro che sbarcavano sull’isola in prossimità del porto della Marina Grande. Inoltre, veniva utilizzata per il trasporto dei materiali utilizzati per la costruzione delle abitazioni anacapresi, faticosa attività nella quale erano impegnate soprattutto le donne. Invece, gli uomini si dedicavano maggiormente ad attività come l’agricoltura ed la pastorizia.
Una seconda restaurazione occupò la scala Fenicia nel 1998, che l’ha resa nuovamente accessibile.
Ad oggi, infatti, è inserita in tutti gli itinerari paesaggistici dell’isola, anche perché termina in prossimità della villa San Michele di Axel Munthe ad Anacapri, anch’essa una tappa molto interessante da non perdere.