Alla scoperta dei quartieri hippy chic di San Francisco

 

San Francisco, in California, è considerata tra le città più “europee” degli Stati Uniti, grazie alla presenza di diversi fattori: uno stile architettonico variegato, misto tra quello “Vittoriano” e quello moderno; un’attività culturale molto vivace ed aperta; diversi tipi di paesaggi naturali.

La città, inoltre, ha rappresentato per anni un punto di riferimento nel mondo per la cosiddetta cultura “alternativa”, in particolar modo negli anni ’60 e ’70.

Ne è un esempio il quartiere di “Haight-Asbury”, centro della cultura “Hippy” (movimento che esaltava l’ascolto di rock pesante, il sesso libero, l’uso di droghe o allucinogeni e la “non violenza”) degli anni sessanta del secolo scorso. Col tempo, questo movimento e il quartiere hanno perso questa vivacità culturale.

Adesso rappresentato soltanto da qualche negozio con luci psichedeliche un pò appariscenti. Il movimento “hippy” era la naturale eredità di un altro movimento, quello cosiddetto “Beatnik” (questi esaltava l’anticonformismo e una maggiore “spiritualità” derivante dall’uso di droghe), sorto nell’altro quartiere della città, a “North Beach”. In questo, vera e propria “Little Italy”, si trovano locali che rappresentano dei punti di riferimento per il Jazz e il Blues, una vivace libreria, la “City Lights Bookstore”, centro del pensiero e della letteratura “Beat”, che si trova accanto al celebre “Café Vesuvio”, altro locale “beat” per eccellenza.

A livello architettonico, da visitare per la sua bellezza, è la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, in Washington Square.

Scritto da Dario Porzi

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