Santa Lucia nacque a Siracusa nel 283 e fu decapitata in seguito alle persecuzioni anticristiane di Diocleziano. Il 13 dicembre, giorno in cui ricorre il martirio della Santa, a Siracusa si espongono drappi e tappeti sui balconi per accompagnare la processione che attraversa la città.
La statua d’argento che raffigura la Santa resta esposta presso la Basilica di Santa Lucia al Sepolcro fino al 20 dicembre.
Il 21 dicembre si celebra il solstizio d’inverno e il graduale ritorno alla luce dopo i mesi invernali.
Il forte legame tra Lucia e la luce è simboleggiato dai ceri votivi, accesi nelle case e nei luoghi di culto. A Siracusa, in occasione della processione conclusiva del 20 dicembre, è tradizione ospitare una ragazza svedese che porta sul capo una corona di candele: la “Lucia di Svezia”.
Anche in tutto il resto della Sicilia si svolgono processioni e numerose manifestazioni cittadine per commemorare la Santa protettrice della vista.
Si narra che Santa Lucia salvò la Sicilia dalla carestia facendo arrivare una nave carica di grano. I siciliani fecero bollire il grano e vi aggiunsero un filo d’olio: nacque così la “cuccia”, un piatto povero, arricchito negli anni, e che, tuttora, è tradizione preparare il 13 dicembre. In questo giorno è usanza astenersi dal consumo di farinacei, preferendo mangiare legumi, verdure e carne: gli arancini sono un piatto famoso e vengono preparati in abbondanza in occasione della festività di Santa Lucia.
A Palermo è stata ideata una versione alternativa e golosa della “cuccia”, unendo crema di ricotta e scaglie di cioccolato al grano. Questo dolce è preparato dalle pasticcerie palermitane esclusivamente il giorno di Santa Lucia.