Vista, olfatto, udito ma anche gusto e tatto: una visita lungo le stradine di un souq in Marocco stimola proprio tutti i sensi. È una delle esperienze che vanno senz’altro provate quando ci si trova in Marocco. In realtà la scelta è obbligata, perché i souq delle città imperiali del paese rappresentano il loro cuore pulsante e, che ve lo aspettiate o meno, vi ritroverete immersi tra le botteghe, la folla e le bancarelle fisse e mobili, ovvero quelle che viaggiano sulla testa dei venditori.
Fiumi di gente affollano la strada, la maggior parte della quale è costituita proprio da locali.
Souq, mercato
Sì, perché souq è il termine che indica il mercato cittadino e, in quanto tale, vi si può trovare qualsiasi cosa. La gente del posto lo utilizza ogni giorno per acquistare beni di prima necessità e non solo: frutta e verdura, spezie, animali, abiti e tessuti, pelli, carni e uova, giochi per bambini, souvenir, mobilia, abiti da sposa, praticamente di tutto.
Visitare un souq significa vivere una cultura di cui in Italia esistono solo alcuni echi, come nell’apparente confusione e chiasso dei mercati rionali del Sud, ma in scala molto più grande. È un esercizio di apertura mentale e di socialità, vietato essere avversi alla folla. Le orecchie vengono bombardate da suoni, il naso si riempie di odori invitanti di pane, spezie e carni arrostite alla brace, per essere un attimo dopo colpito da un tanfo di pelli lavorate e fatte asciugare al sole, da cui ci si può difendere solo con delle foglie di menta poggiate sulle narici.
Immersi in questa sorta di set cinematografico è essenziale perdersi nei dettagli, cogliere i piccoli gesti quotidiani. Fermatevi di fronte ad una porta semiaperta e ammirate i gesti esperti e forti di mani che intingono i tessuti grezzi in soluzioni di colore dentro piccole vasche di legno.
La vostra attenzione viene d’un tratto distolta da una voce forte: è un venditore di pane che vi chiede di fargli strada, mentre sulla testa tiene in equilibrio precario una pedana con sopra decine di forme di pane. Proseguite, mentre sottili lame di sole vi colpiscono, interrotte da una sequenza di teli bianchi che riparano dalla calura.
Entrate nella parte coperta del souq, dove i vostri occhi si meravigliano di fronte alla bellezza del soffitto in legno intarsiato e all’accostamento del blu e del bianco delle piastrelle.
Quando la fame vi prende, non abbiate timore dell’afa ed entrate dentro una delle mini botteghe che serve la tipica Bissara, la zuppa di fave marocchina, fatta cuocere dentro un enorme pentolone, accompagnata da pane soffice: sedetevi insieme ai locali e assaporatene il delizioso sapore. Girato l’angolo, si apre davanti a voi un portone, oltre il quale riuscite ad intravedere i magnifici mosaici colorati e l’incantevole fontana al centro del cortile di una Madrasa, una scuola coranica. In fondo alla via, due uomini sono intenti a raccogliere dell’acqua da un’altra fontana e, nel frattempo, ne approfittano per bagnarsi il viso, gli avambracci, i piedi.
Souq più belli
La magia del Marocco è che ogni città ha un souq diverso. Si passa dal mercato di Rabat, capitale dello stato, con le sue vie lastricate e abbastanza ampie per essere quelle di un mercato, a quello magico e labirintico di Fès (una visita serale è d’obbligo, ma solo con una guida, il rischio di perdersi è reale), per passare poi al caos delle vie di Marrakech, in cui è necessario evitare gli slalom degli scooter, per finire con un salto indietro nel tempo nel mercato di Meknès.
È proprio qui che è possibile ritrovare le vecchie tradizioni di una società che va pian piano perdendosi, anche in paesi come questo, e da noi tipiche ormai soltanto di pochi contesti più rurali: vecchi mestieri artigianali che ritrovano vita, piccole bestie scuoiate davanti agli occhi, pesci venduti dentro botteghe maleodoranti; qui a Meknès le vie lastricate del mercato di Fès lasciano il posto alla terra battuta, tagliata da rigagnoli d’acqua. Uno spettacolo intenso e incredibile.
Il souq è tutto questo e molto altro: luogo in cui le tradizioni di un paese ancora perdurano contro il futuro che avanza, e diverse etnie coesistono tra loro attraverso la condivisione delle loro arti e mestieri.