Starbucks e le sue origini
Starbucks è la celebre catena di caffetterie che, con numeri da record in merito ad introiti e alle sedi sparse in giro per il mondo, è a tutti gli effetti attualmente il marchio leader del suo settore.
Il suo dominio sulla scena si estende in ben 78 paesi nel mondo, con 28.720 sedi di cui quasi la metà nei soli Stati Uniti.
Venne fondata nel 1971 a Seattle, da tre ragazzi: Zoev Siegel un insegnante di storia, Jerry Baldwin insegnante di inglese e Gordon Bowker, scrittore. I tre studiarono a lungo il nome ideale per la loro azienda, e fra ricerche mirate e un pizzico di casualità approdarono su Starbucks.
Avevano stabilito a priori che un nome iniziante con “st” sarebbe stato potenzialmente molto azzeccato, dotato di un’enfasi particolare, al punto che stilarono una lunghissima lista di potenziali nomi tutti accomunati da questa caratteristica. Per Starbucks trassero ispirazione dal nome del primo ufficiale di coperta del romanzo di Moby Dick, e arrivarono a sceglierlo grazie ad un’intuizione di Bowker che lo trovò particolarmente calzante dopo aver sentito della città mineraria di Starbo.
Come se, insomma, gli si fosse acceso qualcosa di speciale in mente grazie a quelle poche lettere iniziali.
Inizialmente Starbucks non fu affatto una caffetteria, bensì una torrefazione, che si occupava quindi solo della vendita e distribuzione di chicchi di caffè interi. Una forma ben lontana insomma da quella dell’attività di ristorazione di cui oggi è diventata simbolo.
Starbucks in questa forma primitiva visse per sette anni ossia fino al ’78, anno in cui i tre decisero di vendere la catena ad Howard Schultz, l’uomo che ne avrebbe cambiato il volto per sempre, trasformandola in qualcosa di decisamente grandioso.
Storia di Starbucks
Fra le mani di Howard Schultz, Starbucks uscì da Seattle e cambiò profondamente la sua natura. Il progetto visionario dell’uomo trasformò l’azienda in una catena di caffetterie accomunate da uno stile distintivo e caratteristico.
Non si trattava dunque di vendere semplicemente un buon caffè e dolcetti, ma di offrire al cliente una vera e propria esperienza in un ambiente curato e accogliente. L’atmosfera di Starbucks è stata probabilmente una delle caratteristiche vincenti che ne hanno generato l’enorme successo a livello globale.
L’apertura di numerosissime sedi soprattutto nelle principali capitali e poli turistici, l’ha portata a diventare nel tempo il simbolo di un fenomeno commerciale a dir poco virale, a volta amato a volte odiato. Numerosi termini che hanno preso ispirazione dagli storici prodotti della caffetteria e i bar italiani sono entrati nell’immaginario comune in alcune delle formule rigorosamente non tradotte come i celebri latte, cappuccino, espresso e macchiato di Starbucks.
Anche il suo logo, sebbene evolutosi nel corso degli anni è diventato iconico ed è entrato saldamente nell’immaginario comune. La sirena a due code è stata copiata in lungo e in largo nel tentativo di emulare anche solo un briciolo della notorietà dell’originale.
Starbucks oggi e lo sbarco in Italia
Per decenni la catena è entrata nell’immaginario comune degli italiani grazie alla presenza in numerosi film e telefilm americani, oltre che alla diffusione capillare in numerose capitali che visitate di frequente come turisti.
Starbucks infatti pur avendo tratto grande ispirazione dal nostro paese in merito alla cultura del caffè e i prodotti da bar, non aveva mai aperto in Italia fino al 2018.
I motivi che hanno portato l’azienda ad evitare proprio il nostro paese sono semplici: l’Italia è la patria del caffè, i bar sono radicati in maniera stabile da lungo tempo, e sarebbe stata una sfida complessa vincere lo scetticismo locale ed offrire qualcosa di più. La percezione di Starbucks degli italiani non era delle migliori, visto e criticato spesso come fenomeno commerciale americano di scarsa qualità sul piano alimentare se non addirittura poco salutare.
Nel 2018 è dunque cominciata ufficialmente una delle più grandi sfide della catena di Seattle, che ha finalmente deciso di provare a mettere radici da noi, iniziando da Milano. L’esperimento può dirsi fortunatamente riuscito e presto verranno aperte nuove sedi.