Tartarughe marine, rettili tra i più affascinanti, longeve ma purtroppo a rischio estinzione. Chi non ha mai desiderato nuotare con loro?
Di questo rettile esistono esemplari che popolano sia la terraferma che il mondo dell’acqua: dolce e marina. Le sue origini si perdono nella notte dei tempi, precedendo addirittura la stessa comparsa nel pianeta delle prime forme umane. Le tartarughe marine sono tra gli animali più longevi al mondo, avendo dimostrato nei secoli una capacità di adattamento che spiega perché, nella simbologia tradizionale, sia considerato emblema di tenacia e resilienza.
Le tartarughe marine hanno da sempre un fascino e un’allure particolare. Non è azzardato dire che, quando le vediamo fluttuare con le loro membrane simili ad ali nelle acque dei nostri mari, sembra quasi di avere a che fare con un animale dalle fattezze magiche e ultraterrene.
Eppure, negli ultimi anni la stessa sopravvivenza nel Mediterraneo della tartaruga marina appare gravemente minacciata dall’azione dell’uomo e da numerosi fattori ambientali.
Come tutti gli animali che popolano le nostre coste, anche le tartarughe marine non sono indenni dall’emergenza globale inquinamento delle acque. Tra i principali fattori che attentano alla vita di questo animale marino c’è sicuramente la condizione di degrado e lerciume delle spiagge, capace di condizionare negativamente il processo di nidificazione; non meno importante, come prima accennato, è anche la minaccia data dalla presenza nei mari di rifiuti solidi e in plastica che possono essere ingeriti dagli abitanti delle acque; c’è poi la drammatica questione dello scellerato sversamento nei mari di prodotti chimici e inquinanti come il petrolio.
Altro problema che può mettere in repentaglio la sopravvivenza della specie è legato ad alcuni vecchi sistemi di pesca: spesso infatti accade che le tartarughe muoiano perché rimaste impigliate nelle reti dei pescatori.
Tuttavia, per quanto riguarda la questione pesca, non tutto appare perduto. Dopo anni di campagne di sensibilizzazione, i pescatori professionisti sembrano avere colto gli input delle associazioni animaliste, adottando metodi di pesca selettivi che riducono il rischio di catture e morti accidentali. E in effetti, i dati registrati recentemente consentono un timido ottimismo: negli ultimi anni è calato il numero di tartarughe marine uccise accidentalmente nel Mediterraneo dai pescatori professionisti.
Sono tra gli animali più affascinanti della fauna marina. Con quella corazza particolare che le distingue da tutti gli altri rettili, sembrano volere sorreggere sulle proprie spalle il peso del mondo. Ma a simpatizzare con questo animaletto che ama appollaiarsi nei litorali a godersi la tintarella, non sono soltanto i più piccoli. Perché, diciamolo pure, prendere a benvolere le tartarughe marine è qualcosa di naturale, assolutamente istintivo: con quella andatura quieta e rallentata infondono serenità e pace alle nostre giornate al mare.
In Italia purtroppo, non è molto frequente avvistare delle tartarughe marine. Siamo tuttavia in grado di segnalarvi delle spiagge in cui è possibile incontrare questo rettile super simpatico.
Se vi trovate in Sicilia, ad esempio, la spiaggia dell’isola dei Conigli, nell’arcipelago delle Pelagie, è zona di regolare deposizione delle uova delle tartarughe marine Caretta Caretta.
Volendo spostarci dalla Sicilia e dalle sue isole minori, sono considerate zone di nidificazione anche la Sardegna, a Domus De Maria in provincia di Cagliari, il lido di Acciaroli a Salerno, la costa Gelsomini a Reggio Calabria, la Toscana e il Salento.
Ogni anno, sul finire della primavera, le tartarughe femmine sono solite ritornare nella spiaggia natia o in altra limitrofa, per deporre le uova. Scavano quindi una buca nella sabbia dove depongono un centinaio di uova, che in quel riparato pertugio resteranno custodite fino alla fine di agosto quando avverrà la cosiddetta schiusa, che si compie generalmente nelle ore notturne. Subito dopo la schiusa, le piccole tartarughe appena nate riaffiorano dalla sabbia per immergersi nel mare per le prime nuotate.