Tashirojima, l’isola dei gatti, è certamente una delle mete turistiche più caratteristiche. Immaginate un’intera isola, luogo indisturbato di tali felini, giunti lì per salvaguardare l’allevamento del baco da seta. Ebbene sì: animali per proteggere una delle attività economiche dell’isola.
Non vorrei sfatare miti e suggestioni, per chi è romantico, ma i gatti, la cui presenza in architettura è notevole – basti pensare ad artisti quali Shotaro Ishinomori, Tetsuya Chiba e Naomi Kimura – non sono lì per caso. In pratica, ci sono più gatti che uomini e donne! Situata nella parte orientale del Giappone e lambita dall’Oceano Pacifico, Tashirojima è famosa per i suoi culti e tradizioni: secondo una leggenda, i gatti sarebbero procuratori della buona sorte.
Un Giappone superstizioso? Che dire! Sicuramente legato ad antiche credenze. Si narra che tra i villaggi di Odomari e Nitoda, per la morte di uno dei felini lì presenti, sia stato eretto un vero e proprio altare. Lì, nella zona portuale, dove l’attività ittica si sviluppa. Secondo un’altra storia, invece, sarebbe stato proprio lo strano comportamento dei graditi animali ad avvertire dell’arrivo del terremoto avvenuto nel 2011, col seguente tsunami di Tohoku, tanto da non essere notevoli i danni all’isola, nonostante situata nell’epicentro del terremoto!