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Tensione superficiale è il film del 2021 di genere drammatico, diretto da Giovanni Aloi, con nel cast Cristiana Dell’Anna, Francesca Sanapo, Benno Steinegger, Philipp Peter Heidegger, Katja Lechthaler, Hannes Perkmann. Scoprite le location del film
Tensione superficiale: tutte le location del film
Tensione superficiale di Giovanni Aloi racconta di Michela, ragazza madre con un figlio adolescente, che incentra la sua vita sul lavoro sottopagato in un hotel sul lago di Resia. Quando incontra una donna che si prostituisce in Austria nei fine settimana, giorni un cui il ragazzo va a stare dal padre, decide di accettare l’invito ad unirsi a lei. Quando in paese si verrà a saperlo la situazione si farà complessa.
Ecco tutte le location del film
Trentino Alto Adige
Il film italiano Tensione superficiale è stato girato in Trentino Alto Adige, come sfondo principale delle sue riprese, sfruttando la bellezza naturale e l’atmosfera incantata di località come le città di Merano, Bolzano, Malles e Resia.
Val Venosta
Il cuore pulsante del film si trova a Curon Venosta, una località emblematica situata nel cuore della Val Venosta, al confine tra Italia, Austria e Svizzera.
Curon è celebre per il suo lago di Resia e il campanile sommerso, reso iconico dalla costruzione di una diga nel 1950.
Questo luogo non solo serve da sfondo drammatico per il film ma è diventato anche un simbolo culturale, riconosciuto a livello internazionale grazie alla sua apparizione in una serie Netflix.
La scelta di Curon Venosta e del Trentino Alto Adige come location per “Tensione Superficiale” non è casuale ma riflette una ricerca attenta di luoghi che potessero amplificare il tema e le emozioni del film. La storia di Michela, insieme alle sfide che affronta, trova nel paesaggio montano e nel campanile emerso un parallelo visivo che arricchisce la narrazione.
Lago di Resia
Il campanile che emerge dalle acque gelide del lago di Resia è diventato un simbolo potente, non solo per Curon Venosta ma anche a livello culturale più ampio. Nel film, questo elemento può essere interpretato come una metafora della condizione umana di Michela e delle sue lotte interiori, emergendo “dalle acque” delle sue esperienze passate e cercando redenzione.