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Esistono luoghi che sono in grado di regalare al viaggiatore delle suggestioni del tutto particolari. Sono spazi in cui la natura prepotentemente rigogliosa si articola in scenari mozzafiato davanti ai quali l’uomo si sente infinitamente piccolo. Sono luoghi in cui la storia ed il passato hanno lasciato tracce indelebili nella cultura e nelle tradizione popolare; sono rotte spesso lontane da noi, che ci sembrano assai difficili da raggiungere.
Tra queste mete così particolari ed esclusive, le Isole Vergini Britanniche sono uno degli esempi più fulgidi. L’arcipelago, costituito da circa sessanta tra isole ed isolotti più piccoli, è un gioiello situato nella zona nord occidentale dei Caraibi, non troppo distante da Porto Rico.
Si tratta di un luogo dai mille volti e dalle mille sfumature: il verde intenso della ricca vegetazione che copre i rilievi collinari delle isole si mescola al candore abbagliante delle spiagge per lasciare il posto, infine, al turchese delle acque che avvolgono le isole.
In un tripudio di colori vividi, l’arcipelago si racconta attraverso storie di pirati, di relitti sommersi, di antiche vicende coloniali e, naturalmente, di mare.
Il viaggio alla scoperta delle Isole Vergini britanniche non può che avere inizio da Tortola Caraibi, l’isola più grande dell’arcipelago e sede degli organi amministrativi locali.
L’isola di Tortola, storia
Sono sufficienti una superficie di circa 55 Kmq ed una popolazione di 15.000 abitanti per fare di Tortola il centro nevralgico delle Isole vergini britanniche.
Scoperta da Cristoforo Colombo nel 1493, l’isola, secondo una leggenda popolare, deve il suo buffo nome proprio al grande esploratore genovese che la battezzò Tortola trovando una qualche affinità con l’uccello italiano tortora.
In realtà la storia racconterebbe un’altra versione secondo la quale il nome attuale deriverebbe etimologicamente dall’olandese Ter Tholen, una località sita sulla zona costiera degli attuali Paesi Bassi.
Per la sua posizione geografica strategicamente importante, Tortola fu oggetto di aspre contese coloniali; olandesi, danesi, spagnoli, francesi ed inglesi si susseguirono nel tempo contendendosi gli isolotti mentre nelle grotte costiere dell’arcipelago trovavano dimora e rifugio numerosi gruppi di pirati.
Dopo un passato tanto burrascoso, oggi, l’isola ha trovato finalmente pace diventando un vero e proprio paradiso per gli amanti delle attività marine e subacquee. Luogo di relax, di immersioni mozzafiato, di aragoste stupefacenti e, naturalmente, di una barriera corallina unica, Tortola propone escursioni esclusive che hanno nel mare, ma non solo, un protagonista indiscusso.
Le spiagge di Tortola
Acque turchesi e cristalline avvolgono l’isola; le spiagge sono le regine indiscusse di una quinta scenografica esclusiva.
Il nostro itinerario comincia da Long Bay Beach, una lunga striscia di sabbia posta in una insenatura non troppo distante dall’aeroporto. Circondata da una ricca vegetazione che dona anche qualche zona d’ombra, è la tipica spiaggia caraibica.
Bianca, anzi bianchissima e fine come il borotalco. Il mare, generalmente poco mosso, invita i viaggiatori alla scoperta dei suoi abitanti. Non sono rari i casi in cui è possibile danzare in acqua con delle splendide razze.
Per gli amanti del surf, invece, Apple Beach e, ancor più, Josiah’s Bay Beach, sono due tappe obbligatorie.
Josiah’s Bay, inoltre, è da molti considerata la spiaggia più bella dell’isola. Acque cristalline ed incontaminate, si trova nella zona nord orientale dell’isola e non è troppo lontana da una delle più grosse piantagioni di canna da zucchero che nel XIX secolo fecero la fortuna economica dell’isola. Gli edifici della piantagione sono stati ristrutturati e sono sede anche di una preziosa galleria d’arte.
Road Town
La capitale di Tortola è Road Town; la cittadina trova il suo cuore pulsante nel porto e nei suoi edifici tinteggiati di vivaci colori pastello. Gli antichi palazzi del potere sono stati sapientemente ristrutturati ed è piacevole passeggiare per le vie andando alla scoperta dei Giardini Botanici dalle esclusive ninfee e dai superbi giochi d’acqua.
Sage Mountain National Park
Situato nella zona più alta dell’isola, il Sage Mountain National Park può essere tranquillamente considerato come un’immersione nella natura selvaggia. Un fitto dedalo di sentieri intrecciati in una piccola foresta pluviale, regala paesaggi unici e, per chi raggiunge la vetta, un luogo unico da cui abbracciare con lo sguardo tutto l’arcipelago.
Per gli amanti delle curiosità storiche, infine, da non perdere la visita all’antica prigione coloniale, alla distilleria e all’imponente costruzione militare di Fort Recovery costruita nel XVII dai coloni olandesi