Argomenti trattati
Trekking sul monte Agung: il vulcano più alto (nonché la vetta più alta ed affascinante) dell’isola di Bali, in Indonesia.
L’adrenalina è il succo della vita e anche quando si parla di mete turistiche ecco che i patiti delle emozioni forti e spericolate vanno alla ricerca di luoghi dall’indiscusso fascino e l’indubbia pericolosità.
Sicuramente i vulcani ancora attivi sono tra questi, poiché ricchi di fermento e movimento, oltre che del tutto imprevedibili e fuori da ogni schema. Del resto chi non ha mai sognato almeno una volta nella vita (magari guardando le immagini proposte in diretta dai vari telegiornali) di ritrovarsi davanti a un vulcano in piena eruzione. Mentre questo spruzza lava e lapilli nel cuore della notte, illuminando con il suo ‘fiume rosso’ ed incandescente i suoi ripidi pendii? L’Etna e il Vesuvio sono i nostri fiori all’occhiello della nostra penisola.
Oltre a questi però nel mondo esistono ben più di 1.300 vulcani attivi. Ogni anno questi diventano la meta prediletta dei turisti di tutto il globo che, scarpette da trekking alla mano, sfidano queste montagne con il solo scopo di espugnarne la vetta. Come dei veri eroi moderni. Tra i tanti vulcani troviamo anche quello del monte Agung (dal quale prende il nome) che si trova sull’isola di Bali, in Indonesia.
Storia vulcano Agung
Con i suoi 3.142 metri di altezza, il vulcano sovrasta tutta l’area, dominandola dall’alto, risultando la vetta più alta di tutta la zona. Questo vulcano si è generato lungo la subduzione tra la Placca Australiana e la Placca Sunda, questo per lo meno secondo le fonti scientifiche ufficiali.
Gli induisti infatti hanno una versione ben differente (decisamente molto più mistica e religiosa) in merito alla nascita di questo luogo. Secondo la credenza delle popolazioni locali, infatti, il vulcano (chiamato anche Gunung Agung) sarebbe una replica del Monte Meru, che costituirebbe l’asse centrale dell’universo. Quello che vediamo oggi, quindi, non sarebbe altro che un frammento di questo pendio portato a Bali dai primi induisti, proprio come narra un’antica leggenda. Un racconto decisamente molto più affascinante rispetto a quello della collisione tra placche, ma sicuramente (ahinoi) molto meno credibile e probabile.
Rischio eruzione
Dopo essere rimasto in silenzio per più di 50 anni il vulcano Agung si è risvegliato e, secondo i sismologi, sarebbe pronto ad eruttare da un momento all’altro, forse persino adesso.
La scorsa settimana oltre 75mila persone sono state evacuate dalla zona venendo portate in salvo nei centri di accoglienza dei distretti di Bali. All’interno del cratere intanto il fermento diventa sempre più incontenibile, facendo rilevare più di 844 scosse sismiche giornaliere. Numeri davvero impressionanti questi anche per un vulcano attivo, proprio come ha confermato al Guardian Devy Kamil Syahbana, sismologo del centro nazionale di vulcanologia indonesiano, ormai certo che l’eruzione sia solo una questione di ore, forse addirittura minuti.
Il monte Agung torna a fare paura dopo la celebre eruzione avvenuta nel 1963 (considerata una delle più grandi del XX secolo), che causò più di mille morti e che trascinò via con sé le vite di intere famiglie e villaggi. Lasciando nei ricordi dei sopravvissuti un mare di terrore e paura. Oggi per fortuna la zona è stata messa in sicurezza, facendo delimitare e sgomberare i 12 chilometri che circondano il vulcano.
Trekking sul vulcano
Il quinto vulcano più alto di tutta l’Indonesia è maestoso ed invitante, perennemente pronto a lanciare una nuova sfida agli amanti della fatica e delle arrampicate impegnative. Chiunque sia riuscito a scalare questo monte arrivando fino alla sua vetta parla di un’esperienza mistica capace di liberare la mente e rigenerare lo spirito, facendoti diventare una persona diversa. Mito o leggenda? L’unica cosa certa è che questa avventura vale davvero la pena di essere vissuta almeno una volta nella vita. Nonostante la grande fatica e gli sforzi profusi per arrivare fino a destinazione.
Nelle quote più basse la montagna è costituita da una fitta e verde foresta che, salendo, cede il passo a un paesaggio lunare composto da roccia vulcanica e ghiaioni di cenere.
Il periodo migliore per scalare il monte Agung è quello della stagione secca, che va da aprile a ottobre. Decisamente off-limits invece i mesi di gennaio e febbraio, poiché caratterizzati da forti piogge, possibili inondazioni e piccole frane.
La salita verso la cima non è pericolosa ma è certamente molto impegnativa e oltre a una certa esperienza (in alcuni tratti ci si arrampica su una parete rocciosa con il vuoto alle spalle) serve anche una buona dose di motivazione per arrivare fino alla fine delle oltre 4-5 ore di cammino.
Come arrivarci
Una volta atterrati all’aeroporto Internazionale di Bali esistono numerosi metodi per spostarsi all’interno dell’isola ed arrivare fino alle pendici del vulcano, tra questi affittare una macchina o addirittura uno scooter (decisamente più maneggevole per spostarsi in mezzo al traffico) sono i più indicati e comodi.