Un viaggio gastronomico in Friuli per scoprire uno dei simboli del Bel Paese: il prosciutto San Daniele.
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Il momento in cui si progetta una vacanza, un’escursione breve oppure un weekend alla scoperta delle molte tipicità del territorio italiano, è esso stesso parte integrante del viaggio. Il turismo slow, attento alle bellezze del Belpaese e ai loro sapori, quest’estate andrà per la maggiore.
Se la vostra intenzione è quella di ritagliare del tempo da passare in totale relax e beatitudine, circondati da un contesto naturalistico irripetibile, allora dovreste fare mente locale sulla pianificazione di un itinerario alla scoperta del Friuli-Venezia Giulia. Questa terra offre una varietà incredibile di possibilità ai viaggiatori, dal momento che possiede località gioiello sotto la montagna, in collina o in pianura e anche a due passi dal mare. Le spiagge sanno offrire uno spaccato a 360 gradi, poiché da un lato vi sono litorali sabbiosi mentre dall’altro sono presenti rocce e cavità carsiche.
La grande bellezza del Friuli-Venezia Giulia è senza dubbio rappresentata dalle sue tipicità alimentari, tra le quali svetta per popolarità e apprezzamento il Prosciutto di San Daniele. È proprio la particolare conformazione geografica della zona nella quale si trovano le 31 aziende produttrici, aderenti al Consorzio del Prosciutto di San Daniele, ad assicurare a questo prodotto – alfiere indiscusso del made in Italy – la stagionatura perfetta.
Non è un caso se il San Daniele DOP può essere prodotto esclusivamente a San Daniele del Friuli: la cittadina si trova su una collina, in quello che viene definito Anfiteatro Morenico. Questo Comune in provincia di Udine, che misura circa 35 chilometri quadrati, sorge sulle prime alture delle Prealpi e svetta a 252 metri sul livello del mare. Si compie qui un incontro assoluto tra la brezza adriatica ricca di salmastro e i venti freddi e resinosi che accarezzano le Alpi Carniche. Ad agire da termoregolatore naturale si pone poi il fiume Tagliamento, che va a lambire la collina. È questo il microclima perfetto che rende unico il San Daniele DOP: la carne può essere conservata al meglio grazie all’azione del sale marino, senza ricorrere all’utilizzo di additivi di alcun tipo.
Se decidete di inserire San Daniele del Friuli nell’itinerario slow allora non dovrete privarvi per nulla al mondo di un’esperienza gastronomica unica, una vera e propria immersione nel gusto e nella tradizione di questa terra affascinante.
Come? Prendendo parte alle visite guidate dai produttori del Prosciutto di San Daniele: ci sarà l’occasione di osservare e imparare l’arte del taglio, oltre alla possibilità di assaporare il gusto senza tempo di un prodotto unico. Pianificare una sosta a San Daniele del Friuli inserendola quale tappa gourmet all’interno di un viaggio più lungo, decidere di passare qui qualche giorno o magari un weekend romantico sarà l’ideale per immergersi in un contesto storico e culturale di assoluto prestigio. E poi non bisogna dimenticare che il Friuli-Venezia Giulia è il luogo ideale per fare sport all’aperto e camminate rilassanti alla scoperta del territorio. Una giornata da dedicare al movimento, al trekking ma non solo potrà risultare ancor più perfetta se sceglierete di affrontarla con un panino con un ingrediente unico: il Prosciutto San Daniele DOP.
San Daniele del Friuli è una perla incastonata a due passi dalle montagne, ricca di testimonianze artistiche. Queste ultime sono documentate da una raccolta ricca e interessante, custodita nella Biblioteca Guarneriana. È la biblioteca più antica del Friuli, oltre che una delle prime istituzioni di pubblica lettura mai aperte sul territorio italiano.
Passeggiando tra i vicoli e le strade caratteristiche, respirando un’aria pura e capace di ristorare il corpo e la mente, vi imbatterete di certo nel maestoso Duomo dedicato a San Michele Arcangelo. Al suo fianco si erge il campanile, risalente al Cinquecento: a disegnarlo fu un discepolo di Raffaello, Giovanni da Udine. Troverete il tempo anche per ammirare la graziosa e iconica chiesa di Sant’Antonio Abate che, per la sua bellezza artistica, viene chiamata la Sistina del Friuli. Infine, come altro simbolo assoluto della cittadina troviamo il Portonat: si tratta della porta che ‘guarda’ verso Gemona, risalente alla seconda metà del Cinquecento e progettata dal Palladio.