Valencia è una città che abbraccia il Mediterraneo e costituisce il perfetto connubio tra antichità e innovazione. La terza città della Spagna per abitanti (dopo Barcellona e Madrid) accoglie ogni anno milioni di turisti, affascinati dalla sua frizzantezza e vitalità. Offre davvero opportunità per tutti i tipi di viaggiatori: alle famiglie che cercano relax e tranquillità, alle coppie che vogliono godersi un week-end romantico, al gruppo di amici in vacanza.
Ecco quindi qualche consiglio sui luoghi tipici della città, e su cosa vedere di particolare, almeno una volta nella vita.
Valencia cosa vedere di particolare
Festa delle Fallas de San José è un evento sentitissimo in città, che ogni anno richiama molti turisti. Nel periodo tra il 15 e il 19 marzo ogni contrada realizza una statua in cartapesta, che può arrivare fino ai 9 metri di altezza.
L’ultimo giorno ne viene scelta una, la regina, che sarà conservata nel Museo Fallero.
Il motto della festa è “Feel the Fallas”, proprio perché si tratta di un evento unico, difficilmente descrivibile a parole.
Gli appassionati di street art non possono perdersi El Carmen, un barrio nel cuore della città vecchia. Qua è possibile ammirare splendidi graffiti, realizzati con la bravura e la meticolosità delle opere d’arte. Si può approfittare dell’occasione per girare il quartiere, luogo d’arte e di divertimento notturno.
Chi capita di giorno deve dare un’occhiata a Plaza del Carmen, centro della movida valenciana, e le due torri Serranos e de Quart, punto di ingresso principale della città.
Amanti della botanica? Impossibile non fare un salto al Puente de las Flores, che attraversa il Jardí del Túria. Realizzato nel 2002 e pensato come punto di incontro per i più giovani, è adornato di 10.500 fiori in tutte le stagioni. Un’esperienza sensoriale da non perdere, in cui l’oflatto sarà il vero protagonista!
Il Santo Graal, il calice utilizzato da Gesù durante l’Ultima cena, è conservato in una cappella della Cattedrale di Valencia. Dopo esser stato portato a Roma, pare che sia stato trasferito in Aragona e, per volontà del re Martino I, fu poi trasportato a Saragozza.
Dopo la sua morte, la moglie Margarita de Prades lo donò alla città di Valencia, dove si trova ancora oggi.
Mai provata l’esperienza di un pranzo sott’acqua? Niente paura, a Valencia tutto è possibile. Nel Submarino Restaurant, all’interno di una location incredibile, si può mangiare circondati da pesci esotici di ogni genere.
Curiosità su Valencia
Valencia è una città bilingue: si parla il castigliano, ossia lo spagnolo, e il valenciano, una variante del catalano. Vista l’importanza ricoperta dalle tradizioni, non c’è da stupirsi se, girando per la città, si vedono alcuni cartelli scritti in valenciano!
Oltre alla sua storia e ai suoi monumenti, Valencia è famosa per le prelibatezze culinarie. Come dimenticare la famosissima paella, il cui nome deriva proprio dalla particolare padella nella quale si cucina tale bontà.
Questo piatto della tradizione culinaria valenciana a base di riso, carne e pesce si contraddistingue per una commistione unica di sapori e odori. Da provare anche la sua variante con gli spaghetti, il fideo, altro piatto tipico della città.
Il Museo Príncipe Felipe, situato nella parte nuova della città, presenta una particolarità: da una parte all’altra del suo grande arco (sono circa 50 metri!) è possibile ascoltare alla perfezione le parole di una persona situata dal lato opposto.
A Valencia si trova la facciata più stretta di tutta la Spagna. Situata al numero 6 di Plaza Lope de Vega, viste le sue ridotte dimensioni, prende il nome di “La Estrecha” o “El Metro”.
Mai sentito dire “Quedarse a la luna de Valencia”? Si tratta di un’espressione tipica della città, legata al fatto che nel periodo medievale fosse circondata da mura.
Esisteva una sorta di coprifuoco, in base al quale si chiudevano le porte e veniva impedito l’accesso alla città. Quindi chi arrivava tardi doveva rimanere fuori tutta la notte, ad osservare la luna di Valencia. Oggi questa espressione ha assunto un altro significato, che si potrebbe tradurre con “restare con l’amaro in bocca”.