Situato nella parte più alta del Giardino di Boboli, nell’edifico denominato casino del Cavaliere dal 1973 ha sede il Museo delle Porcellane che raccoglie i pezzi pregiati risalenti al XVII secolo in poi, rimasti a Palazzo Pitti lasciati dalle dinastie che negli anni vi hanno abitato.
Esistono 3 grandi sale a cui di accede dal portone di ingresso. Nella sala 1, l’antica sala da ballo risiedono porcellane, busti, lampadari italiane e francesi la maggior parte posseduti un tempo dai Lorena e dai Savoia.
Nella sala 2 spicca la collezione delle porcellane pervenute da Vienna, considerata la collezione più importante fuori dalla città austriaca, che raggiunsero Palazzo Pitti per mezzo dei Granduchi Lorenesi e molti raccolti da Ferdinando III durante il suo esilio a Vienna.
La sala 3 è prevalentemente dedicata a Meissen, la manifattura della corte di Sassonia che per prima in Europa produsse porcellane dure. Molti dei pezzi presenti provengono dalla collezione di Maria Luisa d’Austria.
Una curiosità del museo è data dalla presenza di alcune tazzine della Fabbrica Ginori dell’Ottocento che riproducono il Duomo prima del rifacimento della facciata, Piazza Signoria, e lo stesso Palazzo Pitti, con i rondò terminati alla metà del secolo dall’architetto fiorentino Pasquale Poccianti.
Particolarmente originali poi, la zuccheriera a forma di tartaruga e la teiera a forma di gallina in porcellana di Meissen, appartenute alla collezione dell’ultimo dei Medici Gian Gastone; fu lui il primo a coltivare la passione per la porcellana trasmessa dalla moglie Maria Amalia di Sassonia, figlia del Grande Elettore che a Meissen aveva fondato la prima fabbrica di porcellana destinata a diffondere la moda in Europa.