Tutto sulle Orobie Valtellinesi: cosa vedere?

Conoscete le Orobie Valtellinesi e il suo Parco? Scoprite cosa vedere!

Conoscete le Orobie Valtellinesi? Il parco delle Orobie Valtellinesi è un’area naturale protetta della Lombardia, ma cosa c’è da vedere? Scoprite le cose da fare e visitare in un weekend!

Weekend nelle Orobie Valtellinesi: cosa vedere e fare

A nord delle Alpi Orobie, che si estendono per circa 50 km, dal Monte Legnone al Passo dell’Aprica, si trovano le Orobie Valtellinesi.

Ancora poco note al turismo, con 46.280 ettari, quota minima 850 m, quota massima 3052 m, 12 aree di particolare pregio ambientale sottoposte a protezione speciale e 14 valli, il Parco delle Orobie Valtellinesi è una delle aree protette lombarde più grandi e significative della regione. Scoprite cosa vedere e fare in un weekend nel cuore delle Orobie Valtellinesi!

Le valli delle Orobie Valtellinesi

Le quattordici valli del Parco Orobie Valtellinesi solcano le Orobie l’una parallela all’altra: da Piantedo, all’ingresso della provincia di Sondrio, ad Aprica, al confine con la provincia di Brescia, si scoprono ambienti che nascondono paesaggi di rara bellezza e conservano usi e tradizioni tramandati di generazione in generazione.

Ogni valle è una scoperta: dalla selvaggia val Lesina alla valle del Bitto che si divide tra Albaredo e Gerola, dalla val Fabiolo, raggiungibile soltanto a piedi, alla val Tartano, alla val Madre e alla val Cervia, così simili nella loro conformazione, dalla valle percorsa dal torrente Livrio che le dà il nome alla valle Venina, ramificata in quattro piccole valli, dalle aspre Arigna, Malgina e Bondone a Belviso e Caronella, unite sin dall’antichità.

Risalire le quattordici valli del Parco, scoprirle una ad una seguendo itinerari tra sentieri pianeggianti e erte impegnative regala agli escursionisti esperienze da ricordare.

Flora

Nelle Orobie valtellinesi crescono rigogliosi boschi di latifoglie alle quote inferiori e di conifere più in alto, favoriti dall’esposizione settentrionale del versante e dalle abbondanti precipitazioni. L’abete rosso è l’albero più diffuso del Parco, l’abete bianco e il faggio prevalgono nel settore occidentale, il larice e il pino cembro alle quote più elevate.

Rododendri, ontani e ginepri segnano il passaggio dalla foresta alla prateria alpina che, durante la stagione estiva, si colora delle loro vistose fioriture. Vere e proprie perle botaniche sono la Sanguisorba dodecandra, lungo i corsi d’acqua a est, e la Viola Comollia, una rarità nei ghiaioni d’alta quota, e la Androsace Brevis, che cresce nelle pietraie colorandole con i suoi petali dal rosa al viola.

Fauna

La fauna del Parco ha il suo emblema nel gallo cedrone, che qui trova luoghi ancora adatti alla riproduzione; l’uccello schivo e prudente è il simbolo del Parco. Passeggiando sulle Orobie è possibile incontrare caprioli, camosci e stambecchi, animali tipici delle Alpi che qui trovano il loro habitat.

I boschi di conifere così ben conservati sono scelti da animali molto esigenti come il picchio nero, le due specie di civette, nana e capogrosso, la martora che difficilmente si adattano. Alcune pareti rocciose ospitano il nido dell’aquila reale, mentre una delle prede favorite dal rapace, la marmotta, abita le praterie d’alta quota.

Assaggiare i prodotti tipici

Il prodotto tipico delle Orobie valtellinesi e, in particolare, le valli di Albaredo e di Gerola, è il formaggio Bitto, la cui lavorazione risale ai Celti, oggi riconosciuto con la Dop. Prodotto soltanto nel periodo estivo sugli alpeggi con il latte delle mucche di razza bruna alpina, si gusta quale prelibato formaggio da tavola o come prezioso ingrediente dei rinomati piatti della cucina valtellinese. Gli allevatori delle Orobie hanno sviluppato nei secoli la loro abilità nell’arte della caseificazione.

Scritto da Chiara Sorice

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